Il 2020 è stato l'anno della pandemia globale di coronavirus. Il mondo dell'arte, come tanti altri, si è dovuto fermare. I musei hanno chiuso, le mostre sono state rinviate, le aste e gli eventi ritenuti “non necessari”.
Anche il mondo degli artisti e delle gallerie ha così iniziato a investire sull’innovazione accelerando tendenze ancora di nicchia o provando cose nuove mai viste prima. Il risultato, descritto nello studio "Hiscox online art commerce report 2020" del mercato delle soluzioni digitali per l'arte, è quello di un mondo in evoluzione, sempre più ibrido e incline alla scoperta, ma anche più robusto e pronto al cambiamento futuro.
La premessa è semplice: la pandemia ha costretto il mondo dell'arte a utilizzare in molti casi Internet come unica vetrina possibile. Consideriamo che nel 2019 le vendite di arte online non erano di un volume tale da essere considerevoli. Nella prima metà del 2020, a testimonianza della conversione al mondo digitale, le vendite d’arte online sono invece cresciute esponenzialmente.
Con la chiusura delle gallerie, le mostre e tutti gli eventi inerenti all’arte sono stati costretti a convertirsi all’online, questo cambio drastico porterà svariate difficoltà a ritornare come prima dopo la pandemia.
Secondo una ricerca approfondita, le opere d'arte hanno occupato circa il 32% delle vendite d'arte online nel 2020.
Tra le tecnologie più utilizzate in seguito alla pandemia c’è stata l’introduzione delle gallerie virtuali nelle quali è possibile visitare una stanza in cui vengono esposte opere d’arte reali, ma digitalizzate.
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