domenica 22 febbraio 2009

Comunicato stampa mostra personale "Storie di vetro" di Monica Dessì

Titolo: " Storie di vetro" personale di Monica Dessì
A cura: Monica Dessì, Valentino Giuliano, Valerie De Corte
Progetto di Monica Dessì
Idee e progetti per un mondo sostenibile parte del ricavato delle vendite sara' devoluto all'Associazione Aquilone Blu
Catalogo: In sede
Periodo: dal 1° febbraio al 30 aprile 2009
Sede: Hotel Sirio

Indirizzo: via Lago Sirio, 85
Città: Ivrea, Torino
Orari della galleria - Tutti i giorni 9.00-22.30.
Ingresso: Libero

Possibilita' di incontro con l'artista prenotando al 339.5927448 Valentino Giuliano


info: www.hotelsirio.it; info@hotelsirio.it; info@tartugadesign.it;
Tel. +39 0125 424247 339 5927448 333 3111 781

L'artista Monica Dessì ha scelto in un luogo oggettivamente impersonale l'habitat ideale per raccontare le sue Storie di vetro, quadri e sculture in vetro a bassorilievo lavorato a caldo.
Un contenitore perfetto per far emergere tutta la sua forza artistica grazie ad un'atmosfera di calore confidente.
Un'autentica alchimia d'intenti, che rappresenta l'incontro tra due tipi di viaggiatori: chi cerca all'esterno del mondo e chi cerca all'interno.

Scrive di lei la critica d'arte Donatella Taverna in visita alla sua personale:
..... Mentre l'ascolto, mentalmente traduco le sue parole e le immagini delle sue opere nel “mio” linguaggio aristotelico-tomistico: ciò che Monica vuole descrivere è l'interrogativo sull'eterna duplicità dell'uomo: essere e divenire, fluire del tempo come vita e gioia ma anche come incompiutezza. E' il problema centrale del pensiero del Novecento e sembra riassumersi davvero felicemente in questi oggetti di forma astratta, libera, discioglientesi in rapporti di luce, che non vogliono dare alcuna risposta ma offrire variazioni infinite sul tema.
C'è qualcosa di disperato in questo pensiero, ma non nell'arte di Monica Dessì che pure lo esprime. Per ora il suo “gioco” dell'esistere è tutto nel muoversi della luce, talora ritmico, come nella piramide che dovrebbe oscillare continuamente grazie ad un magnete e riflettere oscillazioni e cambiamenti in uno specchio, altra volta ciclico perché affidato al giro del sole.
Forse è per questa via, non sempre lucidamente consapevole, che usciremo dal silenzio cupo e pessimistico di tanta parte dell'arte figurativa tardonovecentesca.
Che questi “colori in movimento”possano continuare a fiorire a lungo: lo auguriamo davvero, a Monica e a noi stessi.

A cura di: Diffusione Comunicati Stampa

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